Ultimo aggiornamento: Mercoledì, 27 Dicembre 2023 Ore 00:26:14 Aggiorna

Antonio Guccione espone a Wopart, la fiera internazionale dell'arte su carta

Il fotografo a Wopart esporrà il suo progetto Vanitas e ha raccontato a Investorado il suo rapporto con la finanza


Antonio Guccione, fotografo di fama internazionale, esporrà a Wopart, la fiera dell’arte su carta che si terrà dal 19 al 22 settembre a Lugano. L’artista ha raccontato a Investorado il progetto Vanitas e il suo rapporto con il mondo della finanza.

“Per me Wopart è affascinante. Non esiste al mondo una fiera dell’arte su carta simile e quindi l’idea di esporre le mie opere qui mi è piaciuta da subito.
L’arte parte sempre dalla carta; i lavori su carta in apparenza sono considerati secondari rispetto al dipinto, ma oggi le cose stanno cambiando. Dalla carta nasce l’arte e Wopart mette questo materiale al centro di tutto.
La carta di per sè è destinata a diventare un fatto storico, inevitabilmente ce ne sarà sempre meno e arriverà una tecnologia che la sostituirà, anche per motivi ambientali.
Wopart anticipa questo tema e inoltre si sposa in modo perfetto con il mio lavoro: io stampo su carta e con la carta ci lavoro da tutta la vita.

Un film del 1995, Waterworld, con Kevin Kostner secondo me è premonitore. Il protagonista ad un certo punto baratta un pezzo di carta per un po’ di cibo: credo che la carta possa arrivare ad avere un valore simile.”

Antonio Guccione e Il progetto Vanitas

“A Wopart 2019 io esporrò il mio progetto Vanitas, che nasce nel 2008 ed è uno dei lavori che preferisco. La Vanitas è un tema che da sempre affascina gli artisti e il pubblico. Damien Hirst ha sdoganato il tema del teschio come opera d’arte, anche se questo concetto nasce da molto lontano.
Con Vanitas utilizzo il teschio per rappresentare un personaggio storico nel mondo dell’arte o un'altra figura che abbia delle caratteristiche molto facili da individuare. Il teschio che raffigura Salvador Dalì ha ad esempio due baffi inconfondibili, allo stesso modo Leonardo da Vinci ha la barba lunga, conosciuta a tutti.
Il teschio che io rappresento è gioioso, non c’è nessun aspetto macabro.
La morte è una cosa bella e naturale e ho voluto sottolineare come in realtà non si muoia. I simboli dei personaggi famosi rappresentati nel progetto Vanitas vivono ancora tra noi e sono un emblema, anche nella società moderna.

Saranno presenti 14 opere di varie dimensioni, alcune in esclusiva, come ad esempio Dior 1947, che non ho mai esposto. Il progetto è curato da Angelo Crespi e abbiamo pensato di allestire le opere su una sola parete, senza avere stand riservati.
Voglio che la mia arte si veda tutta insieme e mi auguro si riesca ad apprezzarla, come ha fatto Paolo Manazza, il curatore di Wopart.”


Antonio Guccione e il rapporto con Hammer Partners

“Il mio rapporto con Hammer Partners è nato con Antonio Biffi ed è stata un’autentica sorpresa. C’è stata subito una grande sintonia, anche se non conoscevo Antonio di persona. La prima volta che si siamo incontrati è stato come se due grandi amici si rivedessero dopo molto tempo. La stessa sintonia l’ho avuta poi con gli altri soci di Hammer Partners: un team che si completa e riesce a svolgere al meglio il proprio lavoro.
Sono convinto che il rapporto dell’arte con la finanza sia importante, anzi posso dire che senza la finanza non ci sarà arte in futuro. La precarietà dell’artista lo spinge verso la creatività e lo stimola, ma poi è necessario un supporto economico e un veicolo che faccia fruttare le sue opere nel mondo reale.
Per l’arte oggi la finanza rappresenta quello che sono state in passato le aristocrazie e la Chiesa: senza finanza non ci saranno più opere come la Cappella Sistina di Michelangelo.”

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