Ultimo aggiornamento: Mercoledì, 27 Dicembre 2023 Ore 00:26:14 Aggiorna

I lavori del futuro: nuove tecnologie per avere bassa disoccupazione

Dovremo convivere con i robot industriali. Ma come evolverà il mercato del lavoro? Quali saranno le competenze che ci verranno richieste?


I robot non ci rubano il lavoro. Lo si può affermare se si guarda al paper a cui hanno lavorato vari esperti del mondo del lavoro e che sarà presentato al convegno “L’evoluzione delle professioni e l’impatto sul welfare”, che si terrà a Chia Laguna, in Sardegna, dal 28 al 30 giugno

L’evento è organizzato da Valore Srl e dalle analisi fatte risulta che i nuovi lavori e i tassi di disoccupazione più bassi si avranno nei Paesi che avranno creduto e investito maggiormente nelle nuove tecnologie.

Stefano Ronchi, AD di Valore, ha citato infatti l’esempio della Corea del Sud, che con 631 robot industriali ogni 10mila dipendenti riesce a mantenere la disoccupazione al 4%.

A livello mondiale la media è di 74 robot industriali ogni 10mila dipendenti, mentre nel nostro Paese siamo fermi a 185. In futuro ci sarà quindi la possibilità di investire ampiamente nel settore tecnologico.

L’evento vedrà la partecipazione di esperti di lavoro e politiche di welfare a tutto tondo. Saranno presenti, tra gli altri, Renata Polverini, deputata e vicepresidente della Commissione lavoro alla Camera, Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza e Paola De Micheli, vicesegretario del Pd e deputata nella Commissione Bilancio alla Camera. Inoltre, Euromedia Research, porterà un sondaggio che parlerà del futuro del mercato del lavoro; la ricerca si focalizza sulle evoluzioni delle professioni, le skills richieste e il ruolo della politica. 

I lavori del futuro

In futuro ci sarà quindi bisogno di un’educazione e un’istruzione differenti, che preparino i giovani ad acquisire competenze trasversali, ad essere flessibili, oltre che a correlarsi con il sistema produttivo industriale

I lavori del futuro saranno impieghi nei quali sarà necessario formarsi di continuo. Lo studio universitario non è più sufficiente per avere competenze nel corso di tutta la propria carriera professionale. Si verranno a creare soprattutto occupazioni a supporto e a favore della comunità, basate sulla capacità di interfacciare l’intelligenza artificiale, anche nel caso di professioni come lo psicologo o il programmatore, e alla gestione e relazione delle persone, come nel caso di assistenti e infermieri. I lavoratori del futuro dovranno essere preparati ad affrontare cambiamenti di funzioni e attività per svolgere mansioni diverse.

Infine, in ambito finanziario, il mondo del lavoro si evolverà in due direzioni: da una parte crescerà l’esigenza di avere data scientist, in grado di leggere e analizzare i dati, che sono il bene più prezioso. Dall’altra le opportunità professionali si avranno verso i nuovi player che potranno, nel tempo, consolidare il loro posizionamento nella direzione di un modello di intermediario vigilato.